Cartagine
Mark Twain diceva “tra vent’anni sarai più dispiaciuto per le cose che non hai fatto che per quelle che hai fatto”.
Gionathan, con la sua nuova release “Cartagine”, ci parla di occasioni mancate, quelle che lasciano “un vuoto assordante come il silenzio”, quelle per le quali a volte è necessario perdonare se stessi.
Un brano potente e originale che ci porta, con il suo sound elettronico, in quel luogo mentale dove ognuno di noi cerca risposte e soluzioni, un luogo così ben evocato anche dalla copertina del singolo.
Il pezzo esplode in un grintoso ritornello dal piglio vocale rock, estremamente convincente ma anche insolito per il cantautore torinese, che fino qui ci ha abituato a sonorità più sinuose e divertenti.
Non manca, come nella maggior parte delle canzoni di Gionathan, uno sguardo fiducioso verso il domani, verso il nuovo sole che sorge, verso ciò che c’è fuori dalla mia e dalla tua stanza dei pensieri, lontano dalle rovine della città caduta di Cartagine, sulle quali non ci resta che ballare metaforicamente.